Quattro anni senza Sandra Mantovani

Quattro anni fa ci lasciava Sandra Mantovani, ricercatrice e straordinaria interprete di musica popolare, protagonista della stagione del folk-revival tra gli anni Sessanta e Settanta. La ricordiamo ripubblicando un pensiero dell’etno-coreologo Giuseppe Michele Gala.

[Giuseppe Michele Gala, 3 ottebre 2016]
Anche Sandra Mantovani ci ha lasciato.
Continua a diventare sempre più esiguo il numero dei ricercatori e ricercatrici che negli anni ’50 e ’60 del secolo scorso diedero vita a quel crescente interesse per la cultura contadina e operaia che si stava avviando al suo definitivo tramonto storico. Giovani entusiasti e politicizzati vedevano nel patrimonio di un’Italia proletaria e popolare un grande ricchezza di idee, memorie ed esperienze da scoprire, tutelare e tramandare alle nuove generazioni con i metodi del sincretismo e del rigore stilistico.
Sandra fece parte del primo drappello di cantanti “impegnati” che, con l’aiuto dell’etnomusicologia nascente, costruirono eventi importanti nella storia della riproposta del canto popolare. Allora bastava una chitarra e buone capacità vocali e di conduzione per sostenere serate intere all’ascolto di un repertorio che i media stavano rapidamente ignorando. Dopo l’utilizzazione del folklore a fini propagandistici dell’Opera Nazionale Dopolavoro degli anni ’30, una nuova stagione si delineava per una rivisitazione della tradizione, che se pur in chiave marxista, sottolineava aspetti taciuti del patrimonio etnico italiano.
Moglie e compagna di tante iniziative di Roberto Leydi, Sandra aveva partecipato ai primi festival folk del canto popolare, alle pubblicazioni di Bella Ciao e alla riscoperta del canto proletario settentrionale.Oggi resta la sua voce appassionata incisa e il ricordo di anni di coraggio e di lotta culturale controcorrente.
Un saluto affettuoso.

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