Il Museo Diffuso

 “Arsoli Città Museo” nasce per salvaguardare e valorizzare il ricco patrimonio architettonico-urbanistico e culturale (materiale e immateriale) del territorio di Arsoli. Un progetto che, sin dal 1993, ha visto confluire e concretizzare, in un’articolazione d’insieme, le esperienze fatte, le risorse che il paese offre, i numerosi studi intrapresi su settori della realtà locale, per raccoglierli in un unico disegno.  Un modo di riunire tutte le peculiarità e gli aspetti caratteristici di Arsoli recuperando (anche attraverso opere di risanamento) siti e costruzioni, sia ad uso pubblico sia privato, incoraggiando ulteriormente quel fenomeno di “ritorno ai vicoli” che già positivamente si riscontra e ridefinendo un “itinerario” turistico culturalmente valido. Una proposta integrata che richiami l’attenzione del visitatore interessato ai valori di quel “turismo minore” della Valle dell’Aniene che, se ben veicolato, non è secondario ai flussi verso i centri più grandi, da Tivoli a Subiaco.

L’ambizioso progetto del museo diffuso prende vita da un’Idea e dalla motivata volontà di Claudio Bruni, a cui il polo museale è dedicato, e muove dalla consapevolezza di poter contare su una specifica ricchezza storica, artistica e architettonica di elevato valore che supera il vecchio concetto di passeggiata tra siti storici e artistici e concepisce l’utilizzo integrato di queste potenzialità.  Non un solo luogo, ma tanti siti collegati in un unico percorso dove si connotano idealmente due itinerari: quello storico-artistico e quello artigiano-gastronomico. Non due tracciati distinti fisicamente bensì due linee di interesse che si accavallano e si integrano vicendevolmente. Un percorso completo che fa di tutto il paese “un museo vivente”, secondo una concezione nuova che, nella valorizzazione degli elementi archeologici, monumentali e naturalistici e le narrazioni demo-antropologiche, vede il più ampio contesto storico-urbanistico come il più idoneo contenitore museale.

Tutta la raccolta di oggetti conservati presso il Centro di Documentazione è stata riposizionata e tutti i beni hanno preso posto nei diversi siti, per divenire istituzione per la salvaguardia, valorizzazione e gestione dei beni culturali di Arsoli, come mezzo di comunicazione diretta del dato culturale, ma, soprattutto, come luogo di attività di ricerca, di studio e documentazione di tutto il patrimonio demoetnoantropologico arsolano e del suo territorio.

Il museo diffuso rappresenta il punto di arrivo di un itinerario storico-artistico che anche oggi viene suggerito al turista che, partendo dall’ingresso al paese, si trova prima nel complesso comunale con la ex Sala Consiliare oggi Teatro comunale e la Chiesa di San Bartolomeo, per poi proseguire presso la fontana di Piazza Amico d’Arsoli, il Corso San Bartolomeo con il Museo delle Tradizioni Musicali, fino alla Piazza Valeria con la fontana ottagonale, la Chiesa di San Rocco per risalire in piazza e riscendere poi verso la Chiesa di San Lorenzo. Ancora sulla piazza la colonna del XXXVIII miglio dell’antica via Valeria e i palazzi della antica borghesia riportanti elementi architettonici importanti. Attraversando “j’usciu e ‘lla porta” si entra nell’antico nucleo medioevale attraversato da una serie di viuzze ciottolate tutte conducenti verso la Piazzetta del SS. Salvatore con il complesso Chiesa del SS.mo Salvatore ed il Castello Massimo ai cui piedi è ancora visibile quella che è considerata la prima casa abitata di Arsoli. Si scende da Via della Chiesa a Via dell’Archetto dove vi troviamo la prima tappa del Museo: due locali dedicati alla religiosità popolare e alle antiche Confraternite.
Nei locali inferiori, un’altra piccola porta apre alla sala che accoglie oggetti e documenti storico-archeologici. Nel locale attiguo una meravigliosa raccolta di attrezzi delle botteghe artigiane e dei mestieri scomparsi.
Ancora più in basso si trova la cantina, in cui vi è ricostruito un ambiente per la lavorazione e la trasformazione dei prodotti della terra.
Di fronte alla cantina si trovano la casa contadina e il forno, che restituiscono la sfera della vita familiare e delle attività collegate all’economia domestica.
Non un semplice Museo – quindi – ma un centro pulsante, dove è possibile immergersi, cercando di recuperare tra gli oggetti e gli spazi, esperienze di vita, di lavoro, di festa.