Numerosi sono gli strumenti musicali riferibili alla cultura pastorale, dispositivi di produzione del suono direttamente connessi agli elementi e alla disponibilità di materiali propri di questo contesto. I confini di tale ambito culturale, seppur molto definiti, compenetrano e si combinano con quelli della tradizione contadina e anche artigiana, in uno scambio proficuo di saperi e competenze, che non permettono schematiche attribuzioni.
La gamma di strumenti che si possono ascrivere alla cultura pastorale è molto ampia e differenziata, dai semplici oggetti effimeri direttamente tratti dal mondo naturale (mirliton di foglie, flauti e trombe di corteccia, flauti di canna, semplici clarinetti e oboi…) a forme complesse e tecnicamente articolate (ad esempio, la zampogna), perlopiù realizzate in una produzione autonoma, utilizzando principalmente materiali e risorse specifiche.
La zampogna è senz’altro lo strumento più rappresentativo della tradizione pastorale e, nella Valle dell’Aniene, essa esprime caratteri e linguaggi esclusivi. La zampogna di questo territorio è la cosiddetta zoppa che, insieme alla tipologia a paro, utilizzata nel meridione e in Sicilia, con cui condivide alcune caratteristiche, rappresenta forse il modello di aerofono a sacco bicalamo più antico in Italia. La zampogna zoppa è presente anche in altre zone dell’Italia centrale, come la Sabina e la Ciociaria, con piccole differenze nella morfologia, nelle tecniche esecutive e nel repertorio.
Nella Valle dell’Aniene, fino a qualche decennio fa, la tradizione era rintracciabile diffusamente; purtroppo, dopo la scomparsa degli ultimi suonatori, lo strumento è ormai uscito quasi completamente dall’uso e vive esclusivamente nell’attività di qualche appassionato, intento nel recupero e nella pratica di quei repertori.