MUSEOINTASCA#09

La varietà e molteplicità dei saperi che sono espressione del mondo degli artigiani rappresenta, e rappresentava ancora di più nel passato, un aspetto importante delle piccole comunità della Valle dell’Aniene. Nella sua specificità urbana, quest’ambito sociale esprimeva anche una ben definita cultura musicale, rintracciabile – con peculiarità areali – su tutto il territorio nazionale. La bottega di un sarto, di un calzolaio, di un falegname, il salone di un barbiere erano i luoghi in cui si poteva avere la possibilità di ascoltare alcuni strumenti distintivi: mandolini, chitarre, fisarmoniche, clarinetti ed anche violini. Gran parte della cultura musicale della fascia artigiana, infatti, si manifestava nell’ambito della musica strumentale, con prevalenza di uso di strumenti a corda. Attraverso la loro musica, che spesso eseguivano collettivamente formando piccoli gruppi e orchestre, essi riempivano le pause del lavoro, allietavano e intrattenevano la clientela, si riunivano per realizzare una serenata, animare una festa, un matrimonio… Questi musicisti, spesso virtuosi dello strumento, si collocano in una zona intermedia tra oralità e capacità di attingere alle forme musicali scritte, tra tradizione e modernità. È anche da segnalare l’importanza del legame familiare nella trasmissione di questa tradizione musicale: in determinate famiglie, infatti, vi erano più suonatori e il loro ruolo era spesso riconosciuto all’interno delle diverse comunità. Purtroppo, dell’attività degli artigiani nel campo musicale restano oggi rarissime espressioni vive, oramai disconnesse dall’ambito proprio delle botteghe, dei laboratori e di quelle tipiche formazioni strumentali conosciute con il nome di “società mandolinistiche”.